Quando si diventa genitori è inevitabile che dopo qualche mese si arrivi alla tappa dello svezzamento e ora è possibile scegliere tra lo svezzamento tradizionale e l’autosvezzamento, anche se il primo è ancora quello più consigliato dai pediatri, diciamo “vecchio stampo”.

Dell’autosvezzamento vi abbiamo già parlato ora vogliamo darvi informazioni sullo svezzamento tradizionale e sui pro e contro, così da permettervi di valutare entrambi.

Svezzamento Tradizionale

Lo Svezzamento tradizionale si basa sull’introduzione dei cibi nell’alimentazione del bambino a partire già dal quarto/quinto  mese di vita nei bambini non allattati al seno. Il primo alimento introdotto è la frutta omogeneizzata 1 volta al giorno come spezza fame al mattino o al pomeriggio e vede l’uso di:

  • mela;
  • pera;
  • banana;
  • prugna.

A seguire dopo 1 mese circa viene fatto introdurre il cibo al pasto del pranzo che prevede brodo vegetale realizzato con carota e zucchina, man mano si introduce nel brodo la patata e ogni settimana una verdura fresca di stagione come ad esempio le coste.

All’inizio il brodo viene offerto solo il liquido addensato con crema di riso, mais o tapioca a seguire si realizza il passato con le verdure stesse e poi la carne omogeneizzata (pollo,tacchino, agnello, coniglio)

Dopo 1 o 2 mesi si introduce anche il pasto serale sempre con brodo vegetale, aggiungendovi anche il formaggio fresco come ricotta, robiola o caprino.

Le tappe dello svezzamento tradizionale sono scandite da una tabella, diciamo più o meno ferrea, che vede l’introduzione dei cibi con scadenze mensile e in piccole quantità.

Svezzamento Tradizionale mese per mese

Qui di seguito vi elenco mese per mese come di solito vengono proposti i cibi al bambino durante lo svezzamento tradizionale.

  • Settimo mese vengono introdotte le prime pastine e i biscotti sciolti nel latte quindi il glutine.
  • Ottavo mese si introducono i legumi, ad eccezione delle fave, al posto della frutta per merenda al pomeriggio è possibile utilizzare anche lo Yogurt.
  • Nono mese si alterna la carne con il pesce o il formaggio per la cena.
  • Decimo mese si può proporre della pastina col pomodoro, alcuni pediatri consigliano anche di introdurre l’uovo sodo dando solo il tuorlo e dopo i 12 mesi uovo intero.
  • Dodicesimo mese è possibile introdurre anche il latte vaccino e l’uovo se non dato in precedenza.

Dopo l’anno in maniera graduale poi vengono introdotti alimenti come le fragole che possono essere allergizzanti e così via. In caso si allatti al seno, l’introduzione dei cibi non deve far smettere l’allattamento se non sono la madre e il bambino a volerlo.

Svezzamento tradizionale vantaggi e svantaggi

Partendo dai vantaggi dello svezzamento tradizionale possiamo dire che il genitore tiene sotto controllo il bambino mentre mangia, dispone lui della quantità del cibo che gli offre e potrebbe esserci un minor rischio di soffocamento.

Introducendo cibi con minor rischio di allergie questo viene protratto nel tempo, lo schema che si segue è ben preciso e questo per alcuni genitori rende lo svezzamento più semplice ed è l’ideale per chi ama l’organizzazione.

Offrendo il genitore il cibo al bambino dopo il pasto vi è meno da pulire, rispetto all’autosvezzamento dove il bambino mangia da solo e può sporcare ovunque.

In alcuni casi vi è la comodità di portare il cibo con sé quando si esce per pranzo, cena o per una gita.

Svantaggi

Abbiamo visto i vantaggi dello svezzamento tradizionali ma può anche avere degli svantaggi che sono:

  • potrebbe diventare una vera fatica se il bambino non ama i cibi come omogeneizzati e brodini;
  • il bambino rifiuta il cibo al punto di alzare il livello di stress dei genitori;
  • mangiando cibo diverso il bambino spesso mangia prima dei genitori e non si crea interazione a tavola con la famiglia;
  •  il bambino seppur apprezzando i cibi proposti, potrebbe crescendo non accettare altre varianti di cibo e diventare così difficoltoso proporre cibi differenti con la crescita;
  • potrebbero verificarsi difficoltà nel distinguere sapori e consistenze dei cibi.

Infine essendo basato su schemi piuttosto rigidi di introduzione degli alimenti potrebbe non essere adatto alle esigenze di ogni famiglia.

Io come mamma ho deciso di fare autosvezzamento e mi sono trovata molto bene, l’attenzione mentre mangia è sempre al massimo ma posso dire di non avere problemi su nessun tipo di cibo. Il mio piccolo mangia tutto senza nessuna preferenza e senza rifiutare nulla. Ci tengo però a dirvi che ogni bambino è a sé e le reazioni da bambino a bambino sono diverse. Valutate bene i due modelli di svezzamento e seguite quello che come genitori vi fa sentire più sicuri.

Scritto da:

Silvia

Mi chiamo Silvia sono Mamma, Blogger e Naturopata dedita alla ricerca del benessere e del mantenimento dello stato di salute grazie ai rimedi naturali e a una sana alimentazione.
Diplomata in Perito Aziendale nel 2000. Nel 2008 conseguo anche il diploma in Scienze Naturopatiche ad indirizzo Psicosomatico. Continuo a studiare Floriterapia , Aromaterapia, Fitoterapia, Cristalloterapia, Riflessologia, Medicina Cinese, Alimentazione Naturale e discipline come Meditazione, Reiki per il riequilibrio emozionale ed energetico. Ho conseguito l’attestato in Fitoterapia funzionale riequilibrio metabolico, drenaggio e detossificazione.
Sto approfondendo la metodologia dello studio parentale e della scienza della formazione come assistente all’infanzia oltre alla Naturopatia Infantile.
Scrittrice e Copywriter.

Lavoro come copywriter su commissione e come Naturopata.

Potete seguirmi alla pagina Facebook , su Instagram su Linkedin e su Pinterest.