Il ciuccio è uno di quegli argomenti che divide le mamme in 2 fazioni. Chi non può vivere senza e lo difende a spada tratta. E chi lo demonizza.

Come per tutte le cose credo che il problema sia la misura.

Il ciuccio può essere un utile strumento. Ma non si deve esagerare.

Quando era piccola Priscilla aveva un paio di orsacchiotti morbidissimi che ci avevano regalato. Ma non ci si è mai affezionata davvero. Da quando abbiamo diminuito l’allattamento al seno intorno all’anno ha iniziato ad usare il ciuccio.
Adesso che sta iniziando ad andare al nido ha iniziato ad usarlo in maniera più massiccia. Ci sono giorni che il “bobo” (parola dominicana per indicare il ciuccio) viene chiamato in continuazione. E  non c’è verso di toglierlo dalla bocca!

Io la lascio fare. So che adesso ne ha bisogno. Sta affrontando una prova con grande coraggio e determinazione. Va all’asilo tranquilla e contenta. Ma probabilmente un po’ di disagio ancora c’è. E se trova il conforto per vivere questo passaggio nel ciuccio nessun problema. Quando sarà il momento e si sentirà più serena troveremo il modo per passare oltre.

Ma analizziamo un po’ di pro e contro dell’uso del ciuccio

 Ciuccio si

L’uso del ciuccio è uno degli elementi che secondo le ricerche aiuta a prevenire la morte in culla. La famigerata SIDS. Si è visto infatti che questa succede statisticamente molto meno a bambini che dormono con il ciuccio.

Molti bambini amano il ciuccio. Che diventa il loro oggetto transizionale. Un oggetto che li calma e li rassicura anche quando mamma è lontana. Accompagnandoli e dandogli sostegno e supporto nel loro percorso di autonomia.

Ciuccio no

Il ciuccio può compromettere un buon allattamento al seno. Si consiglia infatti di non darlo ai bambini per almeno il primo mese dalla nascita. Quando poi l’allattamento sarà ben avviato si può introdurre (ma molti bambini a quel punto può essere che non lo vogliano usare)

Un uso massiccio e prolungato può compromettere un corretto sviluppo della dentizione. Si consiglia infatti di far smettere di usarlo dopo i 2 anni. O di ridurne molto l’utilizzo.

Il ciuccio può ostacolare lo sviluppo del linguaggio. Fungendo da vero e proprio tappo. Sia nel senso più letterale. Con il ciuccio in bocca è infatti difficile riuscire ad articolare bene le parole. Sia emotivamente. Ho visto più di una mamma zittire i bambini infilando il ciuccio in bocca. E i bambini ricordiamoci che imparano 😉

Quando togliere il ciuccio?

Il ciuccio non va tolto in corrispondenza di eventi destabilizzanti. Essendo un oggetto transizionale in un momento di cambio come la nascita di un fratellino, inserimento a nido, cambio di casa etc può servire al bambino per adattarsi alla nuova realtà. Toglierlo in un momento di cambio potrebbe solo peggiorare la situazione. Sia creando ancora più ansia. Sia perchè se ad esempio lo si toglie in corrispondenza dell’inserimento alla materna, può essere che il bambino leghi la scuola ad una cosa spiacevole (che brutto quel posto che mi ha tolto il mio amato compagno). Idem se lo togliamo in corrispondenza con l’arrivo del fratelli (chi è questo nuovo che mi toglie l’attenzione di mamma e mi porta via anche il ciuccio)

Meglio aspettare e provarci una volta che tutto sarà nuovamente tranquillo.

Se la scelta sarà condivisa il passaggio sarà meno traumatico. Ovviamente la proposta al 99% dei casi arriverà da mamma e papà. Mai sentito un bimbo che di sua spontanea iniziativa va dalla mamma e le dice: guarda è ora di smettere col ciuccio, lo buttiamo via! 😉

Ma è importante per il bambino comprendere e condividere cosa si sta facendo.  Il che non vuol per forza dare una spiegazione scientifica del perchè è ora che lasci il ciuccio. Ma si possono adottare strategie più o meno fantasiose, ma comunque comprensibili per il bambino.

Ho conosciuto mamme che hanno usato Babbo Natale (visto che Babbo Natale ti porta  regali gli diamo i tuoi ciucci da regalare ai bambini più piccoli). Chi si è fatta aiutare dalla figlia a preparare un pacchettino regalo con tutti i ciucci per il mio cane. Chi ne ha approfittato di uno perso per la strada per fargli capire che era grande per comperarne di nuovi.

In Olanda c’è un posto secondo me meraviglioso dove esiste l’albero dei ciucci. Un albero dove i genitori accompagnano i bimbi ad appendere i loro vecchi ciucci e salutarli per sempre. Un posto fisico e reale a supporto di un racconto di fantasia per aiutare i bambini in un delicato passaggio.

Immagine tratta dal sito “http://inalberarsi.WordPress.com/”

Ma anche se non siamo così fortunate da vivere in Olanda, sono sicura che ogni mamma saprà trovare il canale giusto per togliere il ciuccio 😉

Mi raccontate le vostre esperienze?

 

 

Scritto da:

centrifugatodimamma

Milanese di origine, giramondo di vocazione. Alterno varie esperienze tra animazione, educazione (in asilo nido e scuole di vario grado) e turismo. Dopo un’esperienza di 6 mesi in Egitto nel 2002 torno in Italia, apro e gestisco degli asili nido per 10 anni, mi sposo e sembra che ormai la vita abbia preso un binario sicuro e solido. Ma il sogno di lasciare di nuovo l’Italia rimane sempre vivo (e neanche ben celato! ;) ). Nel 2012 anche mio marito si convince e decidiamo di trasferirci in Repubblica Dominicana alla ricerca di caldo e di una vita più semplice e serena. Qui nel 2015 nasce la nostra bimba Priscilla… e con lei il blog Centrifugato di mamma. Dove racconto com’è essere mamma, com’è esserlo lontano dalle nostre famiglie, come viviamo in un luogo tanto diverso da quello da cui veniamo, e le meraviglie che scopriamo giorno dopo giorno. Da novembre 2018, dopo la nascita di Beatrice, la nostra seconda bimba, siamo a Malaga, pronti per nuove avventure! Che continuiamo a raccontare su queste pagine virtuali.. ;)