Son passati 3 mesi da quando è nata Beatrice (due giorni fa per la precisione, ma non siamo pignole no?).
3 mesi che la nostra famiglia si è trasformata e siamo in 4.
E’ ancora poco tempo che c’è questo nuovo assetto ma non so perchè sento che finalmente c’è un nuovo equilibrio. Con il primo figlio ti dicono che i primi 40 giorni sono i più difficili. Con gli ormoni che ti scombussolano dalla testa ai piedi. Che ci vuole almeno un mese e mezzo per ricominciare a sentirsi se stesse e per entrare appieno nel ruolo di mamma. Anche se poi in realtà per assestarsi davvero ci vuole molto di più secondo me. Con Priscilla i dubbi e le insicurezza sono proseguite per molto tempo ancora. Non che ora non ci siano eh. Anzi! Ogni nuovo step porta con se la paura di sbagliare e non fare bene, ma penso che sia un retrogusto che rimarrà per tutta la vita. Però dopo 1 mese e mezzo inizi a prender confidenza con il tuo nuovo ruolo, i gesti diventano abituali e si può iniziare a dire di capirsi un po’ di più.
Quando da 3 si passa in 4 le cose si complicano un po’ di più.
Dopo la nascita di Beatrice devo dire che non ho sofferto uno sbalzo ormonale cosi forte come dopo il primo parto. Niente crisi di pianto incontrollabile (con evidente sollievo di Gianluca 😀 ). Qualche dimenticanza si, tante, e anche stanchezza e ancora stanchezza.
Avere a che fare con una secondogenita da un lato è decisamente più semplice. Avviare l’allattamento è stato più semplice e automatico nonostante le prime ore in terapia neonatale e il biberon come primo pasto (mannaggia a loro 😉 ). Aver già avuto modo di capire quali siano le mie difficoltà mi ha fatto arrivare preparata e quando la piccoletta è arrivata in camera siamo partite alla grande. E così il cambio pannolini, il bagnetto e tutte le pratiche di cura quotidiana sono venute tutte più spontanee e naturali.
Quello che è nuovo e a cui non sei preparato è l’arte dell’equilibrio.
Si perchè se la tua testa ti porterebbe a dedicarti al 100% alla nuova arrivata rispondendo immediatamente ai suoi bisogni (di latte, di contatto, di coccole, del cambio etc) dall’altro lato hai un’altra bimba a cui dar retta e che non vuole sentirsi messa da parte (e non vuoi assolutamente che si senta cosi!).
I dubbi durante la seconda gravidanza erano tanti e dopo la nascita la difficoltà più grande è stata proprio questa.
Misurare le attenzioni.
Sull’atto pratico questa volta io son stata aiutata tanto all’inizio dal papà e da mia sorella Simona che, come una manna dal cielo, è venuta a dar supporto logistico le prime settimane dopo il parto (come ad esempio per la festa di compleanno di Priscilla). Ed avere sempre una seconda persona presente per le prime settimane ha aiutato e non poco. Se Beatrice aveva bisogno di me c’era qualcuno che poteva seguire e coccolare Priscilla. O viceversa, se Priscilla reclamava la mamma, c’era chi poteva prendersi carico di Beatrice per un po’.
I problemi sono arrivati il primo week end da sola con entrambe.
Quando Priscilla ha realizzato che la mamma doveva dividersi tra le i e Beatrice. Quando magari aveva fame ma stavo finendo di allattare e doveva aspettare un po’ più a lungo del normale. Se voleva fare un gioco con me ma Bea era da cambiare e in quel momento li non si poteva. Lo scontro vero e proprio con il non essere più una figlia unica le ha fatto tremare la terra sotto i piedi e ci son stati 2 giorni di panico che si manifestava in grandi capricci per ogni cosa.
Piano piano poi, con l’andare delle settimane, le tensioni si sono stemperate.
Priscilla ha imparato a capire che se deve aspettare un pochino questo non significa che la mamma le vuole meno bene. Le ho verbalizzato all’infinito che il bene per lei non è cambiato, anzi. Bea ha preso dei ritmi un pochino meno frenetici e ha lasciato spazio a momenti in cui potermi dedicare a fare delle cose con Priscilla. Abbiamo ripreso, almeno per quanto possibile, a fare le attività che ci piacciono fare: lavoretti, bagni in piscina e giochi per terra ad esempio. Attività in cui abbiamo iniziato a coinvolgere anche Beatrice. O almeno ora riusciamo a farla stare fisicamente con noi. Ho preso anche coraggio e le ho portate tutte e 2 in spiaggia e..siamo tornate a casa tutte e 3 e sono sopravvissuta 😉 Ormai azzardo anche le uscite al parco giochi ahahahah
Piano piano la bilancia comincia quindi ad oscillare sempre meno tra il non sentirsi adeguata verso una o l’altra e la paura di sbagliare. Qualche regressione c’è stata e c’è (ve ne parlerò poi nello specifico) ma le cose cominciano a ingranare.
Dopo 3 mesi da bismamma inizio a godermi sempre di più i momenti tra di noi.
Certo, ogni tanto scivola qualche dito di Priscilla nell’occhio di Bea o un abbraccio stritola un po’ più del dovuto, ma mi sembra di aver raggiunto la cima e iniziare piano piano a percorrere la strada in discesa.
Le bis o tris mamme con cui ho parlato mi han detto che tutto il primo anno sarà bello tosto.. sono pronta! Ma fatemi godere questa sensazione per il momento ok?! 😉 A smontarmi ci penserà il prossimo momento di sclero, che son sicura non tarderà molto ad arrivare. 🙂
E voi, quando avete visto la luce in fondo al tunnel?