
Nonostante le restrizioni che ci sono state in questo periodo noi non ci siamo fermati e continuiamo ad andare a esplorare qualche pezzetto di Andalucia, fin dove ci è permesso arrivare, per aggiungere nuovi spunti di viaggio alla nostra Andalusia coi bambini. Grazie all’invito di alcuni nostri amici e alla scusa di andare a raccogliere delle pigne per fare delle decorazioni natalizie l’inverno scorso (eh si lo so, ci ho messo un po’ a scriverne) siamo andati alla scoperta di un piccolo borgo a pochi minuti da dove abitiamo. El Acebuchal
El Acebuchal: storia e curiosità
Il nome di questo borgo deriva da Acebuche, termina che in arabo significa olivo selvatico. Nonostante alcuni documenti affermino che l’origine del borgo risalga al 1570 circa, gli storici pensano che El Acebuchal sia nato ben prima di quel periodo. Pare infatti che nella zona siano stati trovati reperti di antichi iberici di migliaia di anni fà e che ci sia stato il ritrovamento di monete del periodo romano.
El Acebuchal è situato nelle montagne andaluse, più o meno al confine tra Granada e Malaga. Questa posizione a cavallo tra 2 provincie fece si che, in antichità, il paesino fosse una sosta importante per i mulattieri sulle antiche rotte commerciali che passavano attraverso montagne molto spesso innevate.
Intorno a El Acebuchal in poco tempo iniziarono quindi a crescere case e fattorie fino a diventare un luogo autosufficiente.
La vita del paese si basava sugli allevamenti di capre, produzione di calce e rivestimenti da esterno per le case, produzione di carbone e legna da ardere. Tutti prodotti che venivano usati come merce di scambio con i villaggi circostanti.
La vita ad Acebuchal non era facile in quel periodo, non c’era acqua corrente e neanche elettricità.
Nell’estate del 1948 un intero reggimento di ufficiali della Guardia Civil costrinse tutti gli abitanti di El Acebuchal ad abbandonare le proprie abitazioni.
Il decreto vietava solo in parte di abbandonare Acebuchal. Durante il giorno la popolazione del paese poteva tornare ad occuparsi dei campi e del bestiame ma non fermarsi la notte. Questo portò molti abitanti a cercare lavoro altrove, anche perchè dovevano cada giorno percorrere molti kilometri a piedi da Frigiliana, il paese più vicino. Il paese nel 1949 venne abbandonato del tutto.
El Acebuchal divenne così un paese fantasma, e localmente ancora tutt’ora è conosciuto come “El Pueblo Fantasma”
Il paese rimase dimenticato fino a circa 50 anni dopo, nel 1998, quando un coppia, discendenti dagli antichi abitanti del villaggio, decise di tentare di ridar splendore ad Acebuchal. Da li in avanti, con anche l’aiuto del comune (Competa) diverse altre persone iniziarono a ritrasferirsi nell’aldea. Ridando pian piano vita alle case, alla Taverna locale e ad altre piccole attività.
Cominciarono a proprie spese a risistemare il paese, iniziando a portare l’acqua con dei tubi collegati ad un pozzo vicino.
L’elettricità arriva più tardi, nel 2003 e le strade sono state costruite nel 2005 prendendo indicazioni da vecchie foto per riportare El Acebuchal al suo splendore. Il 25 giugno 2005 venne reinaugurato il villaggio, tornato a rivivere.
El Acebuchal adesso.
El Acebuchal rimane un piccolo villaggio bianco andaluso, che pian piano riprende vita. Alcune coppie e famiglie han deciso di trasferirsi in questo piccolo borgo, facendo la spola per i servizi coi paesi vicini.
La natura ha un ruolo predominante.
Da Acebuchal partono tantissimi sentieri per chi ama la vita di montagna ma sopratutto per chi ama il trekking. Noi con le bambine non ci siamo potuti inoltrare tanto, ma a loro è piaciuto molto. Hanno corso e giocato tantissimo in mezzo alla natura alla scoperta di nuove piante e cercando di scoprire qualche animale nascosto tra la folta vegetazione.
Per il pranzo abbiamo optato per un pranzo al sacco ma c’è la possibilità di pranzare in un piccolo ristorante (meglio prenotare perchè è quasi sempre pieno!)
Alla fine della nostra camminata ci siamo seduti a bere qualcosa in una taperia che fa anche da B&B molto carino che si chiama The Lost Village… I proprietari sono molto accoglienti e cordiali e da li ci si può “perdere” tra i vicoletti del villaggio.

Noi sicuramente ci torneremo! Ma vale proprio la pena annotarlo, per chi non lo conosce, per trascorrere una giornata totalmente immersi nella natura. E dimenticatevi il cellulare perchè qui non prende proprio!
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