Priscilla ha dimostrato un bel caratterino già dalla pancia. Dopo 10 anni di tentativi non pensavo minimamente più di riuscire a rimanere incinta. E nonostante nausee, giramenti e stanchezza si facessero sempre più insistenti, non ho realizzato di essere in dolce attesa fino alla fine del 2 mese di gravidanza. E in quei primi 2 mesi ho saltato, fatto zumba, guidato il motorino, corso e fatto tuffi al mare ed in piscina. Tutte cose ad alto impatto, fortemente sconsigliate soprattutto nel primo trimestre. (esercizio in gravidanza invece si può fare eh 😉 )
E nonostante tutto ha resistito alla grande. (Ovviamente quando ho realizzato e ho avuto la certezza di cosa fosse il malessere ho rallentato 😉 ).
Un altro segno del caratterino l’ho avuto durante un’ecografia. Visto che al sesto mese ancora non eravamo riusciti a sapere se fosse maschio o femmina il dottore ha provato a muovere un po’ la pancia per “infastidire” e far girare il feto. E abbiamo visto più che chiaramente Priscilla sollevare le gambe e dare un calcione verso chi la stava disturbando.
Questo caratterino si sta mostrando in tutto il suo splendore ora che ha compiuto i 2 anni. I terrible two
Avevo sentito parlare della fase dei terrible two e la conoscevo in teoria, per averla studiata come educatrice. Ma non ne avevo avuto esperienza diretta, perchè è difficile che questo cambiamento si manifesti al nido. Fino ad ora.
Vi assicuro che Priscilla, che vedete sempre calma e sorridente, mi sta mettendo, come è giusto che sia, a prova più e più volte durante il giorno. Sembra che da quando ha compiuto i due anni sia scattato un timer.
E non è sempre facile rispondere nel modo giusto. A volte si sbaglia, a volte invece si riesce a rispondere nel modo giusto. A volte non c’è niente da fare e la crisi parte. Non c’è nessuna mamma perfetta e io non lo sono.
Sono andata però a riprendere appunti e libri e condivido con voi alcune riflessioni che mi stanno aiutando e che spero aiutino anche voi se state attraversando la fase dei terrible two.
L’ espressione inglese “terrible two” viene usata per indicare una fase normale dello sviluppo dei bambini che si verifica intorno ai 2 anni. Fase che è caratterizzata da un’esplosione di capricci ed opposizione dei bambini. Opposizione che di manifesta anche nei bambini che fino a poco prima erano sempre stati calmi e tranquilli.
Come dicevo, nonostante spiazzi decisamente i genitori che si ritrovano a dover gestire un figlio completamente diverso da quello che conoscevano, è una fase del tutto normale e obbligatoria nella crescita. Serve infatti al bambino per affermarsi come persona distinta rispetto ai genitori, in particolare la mamma, con cui invece era stato in simbiosi dalla pancia e per tutti i primi anni. Ogni NO (o “no vuollo”- “non voglio” come dice Priscilla 😉 ) esprime un tentativo di crearsi una propria identità, un’autonomia e una differenziazione rispetto alla figura di riferimento.
Importante non prenderla sul personale. Non stanno sfidando voi. Non stanno dicendo che siete dei pessimi genitori. E il fatto che sia una normale evoluzione deve esser ben chiaro in testa e va ripetuto come un mantra quasi quotidianamente.
La giovane età dei bambini e la poca capacità di esprimere chiaramente le emozioni o di maneggiare la frustrazione e la rabbia, spesso fa si che le reazioni siano molto molto esagerate. Crisi di pianto incontrollate, attacchi di rabbia (Priscilla ha ripreso a mordere 🙁 ), capricci per qualsiasi cosa, a prescindere. Epica è stata per noi una scenata al Centro di Arese per una valigia. Un’ora di pianti perchè nessuno poteva toccare la valigia appena comperata, nemmeno la commessa per battere il prezzo. 🙂 Perchè? Assolutamente per nessun motivo! E’ partita la crisi e basta e non c’era modo di calmarla.
In altre occasioni riesco invece a gestirla meglio anche se le energie che devo investirci sono moltissime.
Ma vediamo cosa può aiutare a gestire i terrible two.
Un importante passaggio per aiutarli a superare questa fase è insegnar loro a capire e a verbalizzare cosa sta succedendo. Con calma, pazienza e fermezza.
Le regole vanno date e mantenute: anche se il bambino sarà portato a non volerle rispettare per testare i limiti, ha bisogno di trovare dei confini chiari e fissi. I NO vanno comunque mantenuti senza farsi mettere i piedi in testa. Ma è anche vero che non possiamo passare tutta la giornata a dire no, no, no.. e a guerreggiare 24 ore su 24.
Le regole in questo periodo vanno mantenute ma a volte mediate. Bisogna scegliere alcune regole ferree su cui non transigere. E altre su cui si può soprassedere o a cui si può dare un’alternativa. Questo non vuol dire lasciargliele tutte vinte pur di non innescare la crisi. Vuol dire invece cercare di adottare una strategia che miri alla ricerca di equilibrio, tra mantenere la figura genitoriale e il supporto al bambino nel suo percorso di crescita.
Eh si perchè dobbiamo comunque permettere ai bambini di evolversi durante i terrible two, e insegnar loro a scegliere.
Dare due alternative tra cui scegliere può essere una buona soluzione.
Vi faccio un esempio un po’ estremizzato (ma a volte neanche tanto eh).
Lunedì mattina ore 7,30. In 10 minuti si deve esser fuori di casa per arrivare al nido prima e a lavoro poi. Crisi isterica perchè vuole uscire col costume da bagno invece che indossare i vestiti che avete scelto. Potete scegliere se
- vestirla a forza mentre grida, vi morde e calcia come un puledro impazzito
- iniziare ad urlare cercando di superare in volume i suoi strilli (e con Priscilla non è semplice visto che raggiunge gli ultrasuoni)
- o prenderla in braccio. Farvi guardare negli occhi. Dirle che avete capito che vuole scegliere lei. Che ok la felpa blu che avete scelto possiamo non metterla. E chiederle cosa vuole mettere tra quella rosa e quella viola.
Vi assicuro che di solito (non sempre, le variabili possono essere un milione) l’ultima opzione funziona. E aiuta a calmare i toni e risolvere la situazione spesso più velocemente, che non prendendo di petto i capricci.
Anche mantenere bassi i livelli di rabbia e frustrazione, infatti, aiuta a gestire le crisi dei terrible two.
Di solito se scatta la crisi del bambino e vi innervosite (reazione normalissima) la crisi aumenta di pari passo con il vostro nervosismo. Lui grida, voi gridate di più, quindi lui inizia a sbattere le cose, e voi gridate di più etc etc
Se si riesce (cosa non semplice 😉 ) a mantenere la calma, la situazione si risolve mediamente più velocemente.
A volte aiuta staccarsi un momento dalla situazione.
Se papà Gianluca è a casa, e Priscilla sta sclerando con me, la prende e la calma lui (o viceversa). Se invece si è da soli e si vede che ci stiamo facendo trascinare dall’escaltion di nervosismo meglio prendersi un secondo, respirare, calmarsi e riprendere le contrattazioni, questa volta con più calma e con toni più pacati.
Nominare le emozioni
Con Priscilla sto cercando di aiutarla a leggere le emozioni per comprendere quello che succede (quando riesco a capirlo eh). Quando inizia ad innervosirsi cerco di nominare quello che sta vivendo, per aiutarla a riconoscerle e quindi poi a gestirle meglio. Piano piano sta iniziando a capire se si sta arrabbiando o meno. Ma c’è ancora tanta strada da fare.
Ci sono comunque dei libri molto interessanti che si possono usare per fare questo lavoro. E noi sfruttiamo anche delle app sul tablet o telefono.
Quindi in conclusione. Ripetete con me: è tutto normale!
La crisi dei terrible two passa, non si sa quando, ma prima o poi passa. 😉
Voi che esperienze avete avuto? Passati i terrible two? Non ci siete ancora dentro? Ci siete esattamente in mezzo come noi?
Ogni fase della crescita ha i suoi problemi. Questa forse è la prima che affrontano i nostri bimbi . i tuoi consigli e la tua esperienza personale aiutano molto chi magari sta passando un periodo analogo e non riesci a capire i non sa come comportarsi
si sicuramente questa è la prima fase di crisi che devono affrontare i bimbi (e di conseguenza i genitori).. credo che affrontarla nel modo giusto possa aiutare poi per quelle successive (o almeno spero) e mi fa piacere poter mettere a disposizione quello che ho imparato, studiandolo o vivendolo sul campo. Se può aiutare son più che contenta! Ma soprattutto mi piace l’idea che possa esserci uno scambio e un confronto.. 🙂
Io urlo urlo urlo. Mi dispiace tantissimo, cerco di parlare con loro, ma se la mia voce non supera i mille decibel sembra che non mi sentano nemmeno
Hai provato a cercare il contatto visivo? A volte finché non ti guardano negli occhi sono come disconnessi
Mi morde Flavia
Anche priscilla durante le prime crisi. ..ora siamo alle pernacchie e sberle, ma quando riesco a calmarla va meglio
Quanti ottimi consigli! Grazie Flavia
spero proprio siano utili! 🙂
Il loro modo per attirare l’attenzione e farci capire che stanno diventando grandi..che fatica!!
è anche affascinante però
Come non essere d’accordo con te?
Da mamma di un toddler oppositivo ed educatrice, mi ritrovo completamente nelle tue parole.
Durante le crisi di nervi mi trovo molto bene anche con una quarta opzione, oltre a quelle elencate da te: dico al mio bambino di sedersi un pochino fino a che non si è calmato. Poi è più facile farlo ragionare.
vero! farli sedere e calmare è sempre un buon metodo! anche e non solo per le crisi dei terrible two
I terrible two del mio primo figlio sono iniziati a due anni e ad oggi, che ne ha compiuti 7, non sono ancora passati! Per di più si è aggiunta la sorellina che li ha appena compiuti. Ho letto di tutto e fatto di tutto. Analizzato ogni cosa: primo figlio che è stato figlio unico per 5 anni; seconda gravidanza difficile; bimba agitata già nel pancione……. Poi ho valutato l’alimentazione, le ore di sonno, la temperatura in casa, il meteo, la musica, l’aria che respirano…alla fine mi sono arresa e ho dato la colpa all’oroscopo, sono tutti e due scorpione, sarà questo!
A parte gli scherzi, tanta fatica e un ennesimo lavoro: quello di mediatore! Con tutti e due è come trovarsi ogni giorno di fronte a due ottimi avvocati che ti spiegano perchè e per come “ho detto NO ed è NO!!!”
Comunque ricordo che la mia pediatra mi disse “quello che per te oggi è una difficoltà continua, domani per loro sarà una risorsa”…Quindi ok…affermazione del sè benvenuta a casa nostra! 😉
hai assolutamente ragione! la fatica c’è ma il lavoro che si fa adesso è fondamentale per il loro futuro
tanta solidarietà mamma 😉