
Una delle domande che piu’ spesso le mamme mi facevano quando lavoravo al nido era come potevano aiutare i bambini a sviluppare il linguaggio.
Molti bambini infatti arrivavano che ancora non parlavano o dicevano veramente molto poco.
Questo nonostante fossero bambini molto svegli e si facessero capire benissimo.
Ecco quasi sempre questo era proprio il problema! 🙂
Chiunque conosca il bimbo da piccolissimo e se ne prenda cura, mamma soprattutto, impara dopo i primissimi giorni a capire i suoi bisogni da pochi cenni.
Spesso una semplice alzata di sopracciglio o una smorfia particolare fanno capire alla mamma che il bambino ha sonno, o sete, o e’ annoiato etc. E la mamma prontamente risponde.
Il che va benissimo quando il bambino e’ un cucciolo e la mamma impara a capire il suo bimbo per rispondere ai suo bisogni.
Ma man mano che cresce questo meccanismo bellissimo puo’ rivelarsi controproducente soprattutto se il bimbo e’ un po’ pigro e si accomoda, sicuro che la mamma lo comprenda, e non ha bisogno di sviluppare il linguaggio per comunicare in altro modo.
Ovviamente non ci si deve preoccupare se non in rari casi. Ogni bambino ha i suoi tempi, c’e’ chi parla prima e chi dopo. I bambini non vanno forzati e non si deve fare a gara con le altre mamme a chi parla prima, ma e’ comunque importante cercare di stimolarli.
Ci sono infatti alcune cose che la mamma e i parenti tutti, possono fare per aiutare i bambini a stimolare il linguaggio a seconda della loro eta’.
Vi suggerisco qualche trucchetto 😉
Da appena nati fino all’anno:
Parlare, parlare parlare.
Sembra scontato ma non lo e’. Soprattutto quando i bambini sono piccoli si pensa che non ci capiscano. Ho visto molti genitori che parlavano tanto tra loro, spesso del bambino, ma non al bambino. Genitori che se giocavano con un neonato muovevano sonaglietti o carillon,parlandogli molto poco. Invece fin da piccolissimi i bambini ascoltano e assimilano. Iniziano ad organizzare suoni e parole. E’ importante quindi fin da subito parlare, ripetere i nomi delle cose e le azioni. E’ fondamentale verbalizzare il piu’ possibile cosa sta succedendo. Un esempio: “adesso la mamma ti prepara il bagnetto: apriamo il rubinetto cosi inizia a scaldarsi l’acqua e diventa della temperatura giusta, cosi non ti scotti. Ecco adesso la vaschetta e’ piena e possiamo iniziare a toglierci i vestiti. Non possiamo fare il bagnetto con i vestiti addosso vero? … etc, etc ”
Lo so, all’inizio vi sembra di essere pazze a parlare da sole, ma appena cresce un pochino il bambino inizia a reagire alle vostre parole e vi verra’ piu’ facile.
Verbalizzare cosa vuole il bambino anche se l’abbiamo capito.
Anche se come dicevamo, in breve impariamo a capire ogni minimo bisogno, e’ bene dirlo a voce e ripeterlo. Cosi il bambino assimila che a quel bisogno (ad esempio il sonno) che ha imparato ad esprimere in quel determinato modo (stropicciando gli occhi e sbadigliando) corrisponde una maniera verbale per trasmetterlo (la mamma puo’ ad esempio dire “Stai stropicciando gli occhi e sbadigli, ho capito hai sonno. Andiamo a fare la nanna perche’ la mamma ha capito che hai sonno.”) In questo modo si risponde comunque al bisogno del bambino ma gli si inizia innanzitutto ad insegnare a riconoscere quale sia il suo bisogno in quel momento e gli si trasmette un modo alternativo e piu’ complesso per esprimerlo, che lui usera’ appena ne sara’ pronto.
Parlare come un adulto.
Quando si vedono i nostri bambini cosi piccolini viene spontaneo iniziare a fare versetti e suoni onomatopeici per rivolgersi a lui. Ok, l’abbiamo fatto e lo facciamo tutti. 😉 Ma cerchiamo di ricordarci di chiamare le cose con il loro nome. Come genitori e’ un nostro compito aiutare i bambini a sviluppare il linguaggio che gli servira’ per comunicare. Se io il cane lo chiamo ad esempio “babau” perche’ piu’ simpatica come parola, o perche’ mi sembra piu’ facile per il bambino da ripetere, il bambino imparera’ a chiamarlo cosi. Ma dobbiamo pensare che non stara’ solo con noi all’infinito (ahime’ lo so 😉 ) e si trovera’ con persone che “babau’ ” non lo capiranno.
Vi assicuro che per il bambino e’ molto frustrante scoprire che non viene capito quando credeva di aver imparato una parola. E’ importante quindi cercare di parlare con i nomi corretti delle cose cosi’ che possa impararli da subito giusti. Questo non vuol dire toglierci anche il divertimento 😉 Priscilla ad esempio dice “gnam” per ogni cosa commestibile, o per indicare che ha fame. Io la capisco e ci scherziamo su, ripetendo “gnam” e giocando. Ma ogni volta comunque le dico il nome del cibo che ha davanti, o le verbalizzo che ha fame e che quindi le preparo da mangiare etc
- Libretti.
In commercio ci sono tantissimi libretti adatti ai piccolissimi. Spesso hanno solo immagini e pochissima storia. Servono per imparare le prime semplici parole. Sono utilissimi infatti per nominare gli oggetti, gli animali etc associando all’immagine un nome. Ma oltre ai libretti da comperare si possono usare anche altre cose come ad esempio i volantini pubblicitari dei supermercati. Una risorsa a costo zero con immagini di uso comune ogni volta diverse 😉
Poco ciuccio.
Io sono assolutamente pro ciuccio se usato con criterio. Il ciuccio e’ utilissimo per calmare e rilassare il bambino e va quindi usato quando il bambino e’ nervoso, deve addormentarsi o piange per qualche motivo. Ma lasciare il ciuccio in bocca sempre e comunque, anche quando il bambino e’ tranquillo, lo limita molto nello sviluppo del linguaggio. Provate voi a parlare con una patata in bocca 😉
Intorno all’anno il bambino dovrebbe aver iniziato a dire una decina di parole.
E se nonostante tutti questi suggerimenti il vostro bambino capisce tutto, si fa capire benissimo ma non vuole parlare?
Un buon trucchetto dopo l’anno e’.. fare gli gnorri 😉 A volte far finta di non capirli puo’ aiutare. Puo’ essere che si arrabbino, ma questa frustrazione li spinge poi a dover trovare un nuovo modo per esprimersi e come per magia le parole escono.
Come continuare a stimolarlo a sviluppare il linguaggio dopo le prime parole?
Filastrocche e canzoncine.
Parlare non serve solo per dare indicazioni pratiche, ma parlare e’ anche condivisione e relazione. Attraverso filastrocche e canzoncine i nostri bambini imparano nuove parole divertendosi. E quando l’apprendimento passa attraverso il divertimento, rimane piu’ facilmente impresso nella mente dei bambini. Via libera quindi a elefanti con le ghette o ragnetti su per le grondaie! 😉 (se non conoscete molte filastrocche o canzoncine in rete se ne trovano tantissime da leggere o cantare insieme)
Leggere.
Ai bambini le storie piacciono molto. Anche i piu’ scatenati si rilassano ascoltando un racconto. Dall’anno in poi anche i tempi di attenzione si allungano. Potete trovare sia in rete che in libreria tantissimi libri adatti a questa eta’, con storie semplici da seguire ma tante nuove parole da imparare. I libri poi ci aiutano anche a trattare argomenti importanti. Ci sono libri che aiutano ad accogliere un fratellino o una sorellina. Che accompagnano mentre si toglie il pannolino. O storie che aiutano a esorcizzare la paura del buio. Sul blog troverete tante proposte su quelli che sono i nostri libri consigliati 😉
Dopo i 3 anni il linguaggio dovrebbe essere quasi completo o comunque gia’ bello sviluppato.
Come continuare a stimolare il miglioramento del linguaggio e l’ampliamento del vocabolario?
Ascoltare.
Altra cosa che sembra scontata ma non lo e’. Dopo che iniziano a parlare i bambini possono trasformarsi in macchinette. E tra le mille cose quotidiane da fare non sempre si ha tempo e voglia di ascoltare quando il nostro bambino ripete per la duecentesima volta cosa succede nel cartone animato preferito 🙁 Ascoltare i bambini pero’ e’ importante, interagire nei loro racconti, fare domande. Li aiuta ad articolare meglio le frasi e strutturare meglio i racconti.
Chiedere.
Alcuni bambini sono piu’ pigri e non raccontano volentieri. E’ importante invece chiedere. I bambini pero’ davanti a domande molto generiche si possono trovare spiazzati. “Com’e’ andata oggi?” e’ una domanda spesso troppo grande per loro perche’ sono successe tante cose e non sempre i bambini sanno riassumere o scegliere le cose piu’ significative. Li si puo’ aiutare facendo domande specifiche “con chi hai giocato mentre eri in giardino?” “qual e’ la cosa piu’ bella che e’ successa?” “cosa ti ha fatto ridere?” “Per cosa ti sei arrabbiato?” e cosi via. Per il bambino e’ piu’ semplice rispondere e raccontare a piccoli step la sua giornata.
Non deve pero’ trasformarsi in un interrogatorio. Rispettiamo anche la non voglia del bambino. Sviluppare il linguaggio non deve essere una tortura, ma una conquista gioiosa. E cerchiamo di trovare anche i tempi giusti. Se gli chiediamo di raccontare la giornata mentre tutti gli amici giocano in giardino non sara’ stimolato a farlo! Anzi, sara’ una scocciatura! Ha cose ben piu’ divertenti da fare 😉
Domande doppie.
Per poter stimolare i piu’ pigri possono essere utili le domande con doppia scelta su cose concrete. Invece di chiedere “vuoi il gelato di merenda?” a cui il bambino puo’ rispondere con un cenno della testa si puo’ chiedere “per merenda vuoi gelato o frutta?” In questo caso un cenno non basta e il bambino se vuole mangiare deve rispondere qualcosa 😉
Spero queste accortezze per aiutare i bambini a sviluppare ed arricchire il linguaggio possano esservi utili! Avete qualche altro trucchetto da suggerire?
Fatemi sapere la vostra esperienza… 🙂
[…] Questi burattini sono adattissimi per i piu piccoli perche’ non li spaventano come invece fanno a volte quelli piu’ grandi. I piu’ piccolini non hanno infatti ancora la capacita’ per distinguere la finzione dalla realta’ e a volte vedere dei grossi strani personaggi “parlare” li spaventa. I burattini da dita invece sono meno paurosi perche’ piccini. Coi bambini piu’ piccoli il gioco sara’ inizialmente guidato dall’adulto, che indossera’ i burattini e inventera’ storie e racconti. Soprattutto all’inizio bastano cose semplici: un burattino che gli dice ciao e chiama il bambino per nome sono sufficienti a lasciarlo incantato! Poi man mano che i bambini crescono le interazioni e i racconti possono diventare piu’ complessi e articolati. Pian piano inizia ad arrivare nei bambini anche la curiosita’ di toccarli e provare a fare lo stesso. Priscilla per esempio prova sempre a infilarli ma non riuscendo con le dita delle mani, prova coi piedi! Per i bambini piu’ piccoli i burattini sono importanti per iniziare a riconoscere alcune figura a seconda degli elementi caratteristici (cosa che si fa anche “leggendo” le immagini dei libri) e sono un utile strumento per aiutarli a sviluppare e migliorare il linguaggio […]
[…] per iniziare a distinguerli. Se gia’ li distinguono, per imparare a nominarli contribuendo a sviluppare e ampliare il linguaggio. Una volta che li riconoscono e li sanno chiamare si possono aggiungere le scritte per imparare ad […]
Ottimi suggerimenti! Leggerli mi ha fatta emozionare, ho immaginato che da qui a un anno avrò probabilmente già sentito la prima parola della bimba che aspetto. Mi ha anche fatto ricordare il linguaggio delle mie gemelle da piccine: sulla comunicazione speciale tra bimbi si potrebbe fare un post a parte…
in bocca la lupo innanzitutto per la tua gravidanza! Sono sicura che sarà un viaggio fantastico come lo è stato con le gemelle… e ritornando al linguaggio: immaigno che vederle comunicare tra loro sia stato e sia qualcosa di magico!
[…] Come sapete sono più che convinta che i libri siano uno strumento indispensabile per la crescita e lo sviluppo dei bambini. Non solo come semplici alleati per lo sviluppo del linguaggio. Ma anche come complici per trattare […]
[…] essere molto utile per imparare e ripetere i nomi degli animali e degli elementi della natura. E supportare cosi i bambini nello sviluppo del linguaggio. La particolarità divertente sono le caselle apribili. In ogni pagina infatti si possono trovare […]