
Le prime parole Priscilla le ha iniziate a dire qualche settimana fa, ossia a circa 8 mesi.
E’ vero che e’ da quando e’ piccola che e’ molto loquace (gridolini, versetti e lallazione hanno iniziato presto e in maniera copiosa), si e’ sempre fatta capire bene anche senza parlare, indicando cio’ che voleva e esprimendo con la comunicazione non verbale in maniera chiara ed iequivocabile, tutti segnali del procedere nella strutturazione del linguaggio (in questo articolo uno schema degli step della costruzione delle capacita’ espressive) ma non credevo avrebbe parlato molto presto.
Non perche’ non credo possa essere capace o abbia percepito la presenza di problemi, ma perche’ normalmente i bambini bilingue, o comunque che ascoltano e apprendono 2 o piu’ lingue come fa Priscilla da quando e’ nata e anche prima 😉 , iniziano a parlare piu’ tardi dei bambini che apprendono una sola lingua, visto che devono mettere in ordine un puzzle un po’ piu’ complesso.
Oltretutto, gli esperti consigliano di prediligere una lingua con cui rivolgersi alla bambina in modo da facilitarle il lavoro di catalogazione e aiutarla ad identificare una persona con una lingua… ma noi non sempre seguiamo questo consiglio: lavorando in hotel e frequentando gente da tutto il mondo sia per lavoro che per piacere, ci sente parlare alternativamente sia italiano che inglese e spagnolo e gli altri si rivolgono a lei in inglese o spagnolo
E se siamo con altre persone anche noi stessi conversiamo con Priscilla in una delle tre lingue: mi sembrerebbe una scortesia se siamo nel mezzo di una conversazione in inglese con amici o ospiti, girarmi e dire delle frasi alla bimba in italiano senza che gli altri capiscano.
Altra difficolta’: la nonna caraibica e’ italo-svizzera e come lingua madre ha il tedesco, quindi quando sono da sole parla a Priscilla in tedesco o capita che insieme frequentino altri svizzero o tedeschi residenti qui.
Poveretta, direte voi.. che fortuna invece dico io!
Conoscere piu’ lingue, e soprattutto conoscerle con la facilita’ e spontaneita’ che deriva dal maneggiarle fin dalla primissima infanzia, da oggettivamente piu’ opportunita’ nel corso della vita, sia a livello lavorativo, sia come possibilita’ di scelta e permette di trovarsi meno in difficolta’ in diverse situazioni.
La ricchezza maggiore pero’ secondo me e’ l’apertura mentale che deriva dal crescere conoscendo piu’ lingue, e quindi necessariamente piu’ culture: i bambini imparano ad essere piu’ aperti, tolleranti ed accoglienti, a non vedere solo una faccia delle cose, ma a prevedere piu’ opzioni, scoprendo che la verita’ non e’ assoluta ma ci possono essere piu’ cose giuste!
Ti faccio un esempio pratico: quando lavoravo al nido in Italia dai 18 mesi iniziavamo un laboratorio linguistico di gioco in inglese e alle prime lezioni i bambini abituati a parlare solo in italiano “rifiutavano” le prime parole in inglese (guardando un libretto con il disegno di una casa e l’insegnante che ripeteva House loro ripetevano “nooo!! casa!!!” ).. i bambini di famiglie bilingue, qualunque fosse la seconda lingua parlata, ripetevano tranquillamente la nuova parola (in fondo se gia’ so che casa si dice “casa” in italiano, “….” nell’altra lingua, puo’ anche tranquillamente chiamarsi “house”! 😉 )
La possibilita’ di far crescere Priscilla in un ambiente multiculturale e multilingue e’ stato uno dei tanti motivi che ci ha fatto decidere di rimanere a vivere qui in repubblica dominicana anche dopo aver scoperto di essere incinta e le sue prime parole ci hanno confermato di aver fatto la scelta giusta.
Quali sono state?! Ovviamente mamma e papa’ e poi hola (ciao in spagnolo) e bye bye(ciao/arrivederci in inglese)! Un bel 50/50 no? 😀
Ps: non tutti vivono all’estero o hanno una famiglia bilingue, ma se ti piacerebbe comunque far familiarizzare il tuo bambino con l’inglese gia’ dalle prime parole ti consiglio questo sito con giochi e semplici attivita’ da fare a casa con tuo/a figlio/a
[…] non ci si deve preoccupare se non in rari casi. Ogni bambino ha i suoi tempi, c’e’ chi parla prima e chi dopo. I bambini non vanno forzati e non si deve fare a gara con le altre mamme a chi parla […]