Emozionata per il mio debutto su questo blog, sfodero subito un argomento che mi sta particolarmente a cuore, perché da circa 25 anni mi dedico alla danza per bambini, scoprendo ogni anno qualcosa di nuovo.
Essendo anche mamma, ho imparato a guardare l’esperienza dei “piccoli ballerini” da due punti di vista differenti, che vorrei tentare ora di integrare. Solitamente d’estate ricevo diversi video di amici che riprendono i figli alle prese con le “baby dance” di villaggi vacanzieri (che tra l’altro ho amato condurre per anni), accompagnati dal grido: <<guarda come è portato per la danza! A settembre te lo mando!>> A questo punto chiariamo una cosa (che agli amici evito di dire per paura di spegnere quell’amorevole entusiasmo): tutti i bambini tra i 2 anni e mezzo e i 3 anni (indifferentemente dal sesso!) ascoltano la musica in modo naturale, attraverso una meravigliosa risposta corporea.
Questo per dire che la danza fa parte dell’espressività dei bambini, sia attraverso l’imitazione, che attraverso l’improvvisazione di movimenti a noi incomprensibili. E’ importante imparare ad osservare, come piccoli doni.
Ecco perché il primo consiglio che mi sento di dare è quello di cercare più che un corso di danza per bambini, un laboratorio (gioco danza, danza creativa).
Che possa dare la possibilità ai bambini di giocare e scoprire attraverso il corpo per sperimentare, come già hanno fatto per imparare un sacco di cose motorie importantissime come gattonare o alzarsi in piedi.
Ciò significa non avere fretta! Non aspettarsi solo che imparino dei passi legati ad una tecnica (anche se per noi genitori è sicuramente più gratificante).
Dalla parte dei bambini, è fondamentale che scoprano da soli attraverso il gioco musicale le possibilità di movimento del proprio corpo, in relazione al peso, allo spazio, all’equilibrio. Questo permetterà loro di apprendere più facilmente una tecnica quando il loro corpo sarà naturalmente predisposto. Assicuratevi anche che l’attenzione alla musica sia fra le proposte fondamentali. Tale approccio sarà utile anche all’eventuale studio di uno strumento musicale!
Ora qualche informazione di base che tengo a precisare.
La danza, al di là dei pregiudizi culturali, è sicuramente un’attività adatta a tutti, anche ai maschietti.
E’ ovvio che se un maschio si ritrova a 5-6 anni da solo in gruppo di bambine, mentre i suoi compagni vanno a calcio, forse rischia di sentirsi a disagio. Tuttavia le mamme motivate (e d’accordo con i papà, che sono i più difficili da convincere) possono provare a “fare squadra” con altre mamme. Alcuni anni mi è capitato di avere gruppi con più maschi che femmine. E’ stato bellissimo, anche perché i maschietti sono molto fisici. E non avendo esempi a cui ispirarsi si esprimono con grande libertà e creatività. Probabile che crescendo un’occasione così non capiterà più, perciò che ne approfittino da piccoli!
Da mamma, il mio invito è quello di lasciare che le cose accadano, senza forzare. Ho iscritto mia figlia a danza da una collega a 3 anni e per mesi ha voluto stare seduta a guardare, finché un giorno si è alzata e si è unita al gruppo. La sua insegnante è stata paziente ma grazie a questo ancora oggi, a 17 anni, Alice segue corsi di danza con grande gioia e io ne sono felice. Non perché spero diventi una stella danzante, ma perché si diverte e lo considera uno sfogo dallo studio.
Come genitori credo sia importante dare una mano ai nostri figli a coltivare piccole passioni, senza forzature ma con la nostra presenza. Informandoci su come i piccoli vivano l’esperienza e relazionandoci con gli istruttori.
Da educatrice al movimento, con gli anni ho imparato a cercare una relazione con i genitori, anche invitandoli a partecipare attivamente agli incontri. E cerco di diffondere un’arte che fa parte del nostro essere umano, senza la fretta di fare indossare alle bambine scarpine e tutù (che a volte non solo per i piccoli ma, ahimè, anche per i genitori, sembrano la condizione fondamentale). Piuttosto ritengo più importante che i più piccoli assistano ai saggi o alle lezioni di allievi “più grandi” per scoprire “cosa c’è dopo”.
Col tempo ho anche imparato ad accettare che non sempre i piccoli allievi scelgono di continuare l’anno successivo e invito anche i genitori a farlo.
Gli sportivi sostengono che fino ai 12 anni cambiare disciplina sia importante per lo sviluppo fisico dei bambini.
In quest’ottica, nessuna esperienza è perduta. E anche solo un anno di danza per bambini dà il suo contributo. Anche se, tirando l’acqua al mio mulino, crescere con la danza significa molto di più che sviluppare un fisico sano. Ma avremo modo di parlarne…
Alla prossima!
E se avete domande non esitate a contattarmi. Sarò felice di provare a soddisfare con la mia esperienza la vostra curiosità. 🙂
Per me lo sport praticato dai bambini è essenziale alla loro crescita e formazione! La danza per le femminuccie è il TOP…davvero un bel post
Brava