Tu sei la zia!” mi risponde con il suo sorriso furbetto prima di tornare a giocare. E’ la risposta più giusta, in effetti. E Matilde, dall’immediatezza dei suoi due anni e mezzo, arriva dritta al punto.

Quando ho deciso di scrivere questo articolo ho pensato di chiedere aiuto proprio ai miei nipoti per trovare spunti su cui riflettere.

Così ho chiesto loro “Chi è una zia?”

Una domanda che sembra stupida, nella sua semplicità, ma che in realtà racchiude un mondo.

Ovviamente la risposta che darebbe un adulto è “la sorella di uno dei genitori”, che deriva dalla logica, dal buon senso e da ciò che ci è stato insegnato, ma rimane in superficie.
Il “Tu” di una bambina di due anni, invece, apre un mondo che va oltre i legami di sangue, le convenzioni e le definizioni, ma scende nelle emozioni, entra nel profondo e si annida nel posto più prezioso: il cuore.

Con queste poche righe non ho certo la presunzione di sentenziare che cosa sia giusto, di definire un ruolo che ognuno vive in maniera privata e personale, nè, tanto meno, di dare dei consigli. Vorrei solo condividere cosa vuol dire per me essere una zia e come ogni giorno questo sia una scoperta.

In un’epoca in cui le famiglie sono sempre più piccoli nuclei, in cui il concetto di “famiglia allargata” non esiste quasi più e in cui da una parte il villaggio globale imperversa, mentre, dall’altra, i rapporti reali si assottigliano, posso dire di avere la fortuna di avere tanti nipoti e di cercare di essere presente per loro al mio meglio.

“La zia è la persona con cui si gioca e si ride, sempre buona e mai arrabbiata”.

Eric ha nove anni e mi vede così.
Riesco a vedere i miei nipoti sempre meno di quanto vorrei e così cerco di sfruttare sempre tutto il tempo a disposizione. Si gioca tanto, ridiamo tanto. Mi piace parlare con loro, ascoltarli e provare a spiegare, quando serve. E’ vero, faccio fatica ad arrabbiarmi, perchè spesso sono buffi. Questo non vuol dire, però, che tutto gli sia concesso.  Cerco di non arrabbiarmi, ma di spiegare. I bambini ascoltano e anzi amano ascoltare e confrontarsi.
Io di questo sono convinta.
Così ci provo, sempre, a far capire il perchè di un no, di un rimprovero, di un episodio andato in una certa maniera.
Non credo che le cose cambino al volo, ma sono certa che ascoltino e che sia giusto fargli esprimere le loro ragioni.

La complicità è un altro elemento fondamentale.

Rispetto a un genitore, che rappresenta una autorità agli occhi del bambino, la zia può permettersi di mettersi sullo stesso piano, restando comunque un riferimento adulto.

Con la zia, come dice Eric, si ride, si gioca, ma si può anche parlare, chiedere aiuto o semplicemente imparare qualcosa, in un rapporto che si basa sulla fiducia reciproca. La reciprocità credo sia dovuta in tutto e per tutto: un bambino non deve mai essere considerato dall’adulto come inferiore.
Perciò non faccio promesse che so di non poter mantenere, non mento, ma dico sempre le cose come stanno, con un linguaggio comprensibile e schietto. Mai imbrogliare un bambino, ne va della fiducia reciproca.
E mai imbrogliare una zia: quando faccio un “patto” con uno dei miei nipoti loro sanno che mi aspetto che sia mantenuto. La reciprocità, appunto.

Tutto questo avviene sempre nel rispetto del genitore e del suo ruolo, se ci sono mamma e papà,  su alcune cose decidono mamma e papà e quindi non mi permetto mai di mettere in discussione una loro decisione . Sembra scontato, ma non sempre lo è. Chi non passa quotidianamente tanto tempo con i bambini spesso sottovaluta la potenza di una concessione anche piccola, che sostituisce quanto detto da un genitore.

Le riflessioni e le considerazioni potrebbero essere molte, perciò vi suggerisco di leggere anche questo parere, interessante e approfondito.

Alle volte mi chiedo come sarà quando saranno più grandi, quando cominceranno a essere più autonomi e adolescenti. Non trovo una risposta, ma sarà bello scoprirlo quando sarà il momento. Per ora mi limito a godere di tutte le emozioni e di tutti gli attimi che arrivano ogni giorno, che saranno sempre ricordi preziosi.

La cosa più bella, oltre alle mie riflessioni, è poter condividere le proprie emozioni. Quindi, se siete zii, ma anche nonni o se, semplicemente, e avete voglia, lasciatemi il vostro pensiero nei commenti 😉

Scritto da:

Chiara

Ciao! Sono Chiara e sono una “non mamma” di 38 anni.

Cosa ci faccio qui? Anche se non ho bimbi miei sono una zia, di tanti nipoti, di “sangue” e acquisiti.
Inutile dire che amo trascorrere il tempo con loro.
 
Non sono una vagabonda e sono molto abitudinaria, ma ho mille passioni e qui, a Milano e dintorni, non sto mai ferma. Amo il teatro, la lettura, i giochi e i fumetti e ho fondato Youmani Onlus, una associazione che si occupa della divulgazione della cultura teatrale. Organizzo eventi e cerco di creare sempre qualcosa di nuovo. E lo faccio per passione! Nel senso che il mio vero lavoro è un altro e poco c’entra con tutto questo.
 
Cerco di passare tutto il tempo che posso con i miei nipoti e così il mio sarà, nel blog, lo sguardo della zia.
Uno sguardo amorevole e accogliente, ma anche ampio e che un po’ vizia e un po’ diverte, che segue e asseconda. Ma che dice anche le cose come stanno. che inventa giochi e legge libri, che accompagna in una domenica pomeriggio… E che, soprattutto, regala un sorriso.