
Sei seduta sull’aereo sulla via del ritorno. Ho aspettato che stessi per tornare per fare il punto della situazione sul tuo primo viaggio senza mamma.
Non nego di aver avuto qualche paura nel lasciarti partire, a soli 3 anni e mezzo passati sempre sempre insieme.
Sapevo che ti saresti divertita e goduta un mare di coccole, che saresti stata al sicuro tra le braccia di papà, degli zii e dei nonni.
Ed ero più che consapevole che ti avrebbe fatto un gran bene: solo pochi giorni, a sole due ore di volo, a viverti un po’ quei pezzi di famiglia che tanto ti amano ma che ancora facevi confusione a riconoscere attraverso uno schermo.
Un bel allenamento per i prossimi voli che spiccherai.
Oltretutto sei sempre stata una bimba sicura, attaccata a noi, sì, ma che non ha mai sofferto i distacchi. Una bimba che accetta con entusiasmo qualsiasi cosa ille venga presa proposta.
Ma da mamma avevo la paura che questa volta potesse essere troppo, paura di non poter essere lì se avessi avuto bisogno di me.
Ma amare vuol dire mettersi in tasca queste paure e lasciarti allontanare.
Ed infatti ti sei vissuta questo tuo primo viaggio da sola senza la mamma serenamente e con entusiasmo.
Hai finalmente dato un volto a tuo cugino grande (per il nome ci stiamo ancora lavorando perché effettivamente è complicatuccio ). Sai distinguere i nonni e sai come sono fatte le loro case.
Hai potuto assaporare quell’amore che la vita da expat e il covid ti hanno rubato in questi ultimi due anni e mezzo.
Siamo venuti in Spagna anche per poter fare avanti e indietro dall’Italia più spesso per permettervi di vivere di più la famiglia.
Speriamo che questo sia davvero l’inizio di una nuova fase.
Ora salgo in auto e corro in aeroporto.
Non vedo l’ora di abbracciarti di nuovo.
Scoprire quanto questa esperienza ti abbia fatto crescere anche senza di me.







