
Mentre scrivevo questo articolo ero in volo sull’oceano. Su quel’aereo che ci ha trasportato lontano dalla Repubblica dominicana, dove abbiamo trascorso gli ultimi 6 anni della nostra vita e che ci ha visto cambiare così tanto. Trasformarci da coppia stanca e sempre nervosa a una coppia di nuovo in sintonia (non sempre eh, ma più di prima sicuramente 😉 ) e in una famiglia con 2 splendide bimbe poi. L’aereo che ci ha portato da Sosua verso il nuovo capitolo della nostra vita.

Visto che in tanti mi avete chiesto in privato come ci siamo preparati per il trasferimento in Spagna e ho pensato di aggiornarvi anche “pubblicamente” sui nostri preparativi per il trasferimento.
Anche se arrivo un po’ in ritardo visto che queste prime settimane sono state un turbinio di cose da fare, posti da scoprire, dinamiche da capire etc. Ma arrivo eh 😉
Informazioni
La primissima cosa per poterci organizzare è stato raccogliere più informazioni possibili su tutti i vari aspetti della vita a Malaga. Una ricerca iniziata diversi mesi prima della decisione definitiva e continuata fino all’ultimo giorno. Tanti i modi per raccogliere le informazioni: video su youtube, gruppi su facebook di gente residente, articoli che parlino della zona (di blog o siti ufficiali), chiacchiere con famiglie che vivono li da un po’,..

Tutto questo ci ha permesso di iniziare a capire come muoverci, soprattutto capire quali possono essere i punti critici su cui conveniva partire ben preparati.
Una volta raccolte informazioni di ogni genere, e presa la decisione definitiva di dire addio alla Repubblica Dominicana ci son stati dei passi concreti da fare.
Documenti
La prima cosa per poterci poi effettivamente muovere sono stati i documenti per tutti!
Beatrice ovviamente non aveva ancora niente (d’altronde è nata da 7 mesi ora, povera) e quindi la prima cosa che abbiamo fatto è stata muoverci per farle avere il passaporto (i nostri erano a posto 😉 ).
Ancora prima che nascesse abbiamo prenotato un appuntamento all’ambasciata italiana di Santo Domingo per i primi giorni di luglio, per poter registrare la sua nascita e iscriverla all’AIRE, il registro degli italiani residenti all’estero. Senza questa iscrizione l’ambasciata non rilascia documenti e quindi abbiamo proceduto subito. Appena è nata abbiamo richiesto l’atto di nascita al comune di Puerto Plata e l’abbiamo fatto tradurre da un traduttore riconosciuto dall’ambasciata. L’abbiamo poi fatto apostillare (legalizzare). Con questo e con un modulo di richiesta scaricato dal sito dell’ambasciata e compilato, a luglio abbiamo potuto far la richiesta di registrazione della sua nascita.
Fatto questo abbiamo dovuto aspettare che la registrazione effettivamente avvenisse: l’ambasciata doveva mandare i documenti al nostro ultimo comune in italia e questo doveva registrare la nascita e l’iscrizione nelle liste dell’Aire e comunicarci che fosse fatto. I tempi stimati erano dai 3 ai 6 mesi (per una registrazione di un documento!!! :/ ) ma per fortuna (diciamo così!) in 3 mesi circa siamo riusciti ad avere la conferma. Abbiamo potuto così fare il secondo step: prendere appuntamento per consegnare i documenti necessari per richiedere finalmente il passaporto. Una volta consegnati questi documenti abbiamo dovuto solo aspettare che ce lo consegnassero! (arrivato per fortuna in 15 giorni precisi)

Una volta sicuri di essere a posto coi documenti abbiamo comunicato ai rispettivi lavori che di li a qualche mese ce ne saremmo andati.
Gianluca ha finito di lavorare un po’ prima e ne ha approfittato per fare una piccola operazione ad una gamba ed avere il tempo necessario per riprendersi prima di volare. Io, visto che comunque vivevamo in hotel, son stata in ballo fino all’ultimo, ma nel mentre abbiamo potuto comunque procedere coi preparativi.
Biglietti aerei.
Una volta a posto coi documenti abbiamo acquistato i biglietti aerei. E abbiamo potuto avere così, finalmente, una data precisa, per il trasferimento.
Per poter prenotare il volo abbiamo dovuto aspettare il passaporto di Beatrice, perchè anche se non paga il biglietto intero e non ha avuto il suo seggiolino, andava registrata come tutti gli altri.
Abbiamo monitorato per settimane i siti delle compagnie aeree (questo era compito del papà) per vedere quale fosse la tratta migliore e seguire l’andamento dei prezzi. Appena arrivato il passaporto di Bea, tempo un paio di giorni, avevamo i biglietti in mano 😉
Casa
Il terzo passo è stato cercare una casa dove poter arrivare.

Avremmo potuto scegliere di arrivare e stare in albergo qualche giorno inattesa di trovare casa. Ma nella nostra raccolta di informazioni abbiamo scoperto che nella zona di Malaga la ricerca di case per larga temporada (ossia che non venga solo affittata come casa vacanza a giorno o a settimana ma per lungo tempo) è un po’ difficoltoso. Non volevamo rischiare di non trovare nulla e prolungare di molto la necessità di stare in hotel (con conseguente lievitare dei costi). O ritrovarci a vagare con bimbe e valigie più e più volte (ma anche no grazie!) Abbiamo cosi cercato una casa per i primi 2 mesi, tempo che speravamo fosse sufficiente per trovare poi una casa più definitiva. E intervallo che ci è sembrato ragionevole per riprenderci dal “lavoro” del trasferimento prima di riaffrontare un nuovo trasloco (aiutoooooo :/ ). E devo dire che come tempo è stato perfetto!
Valigie
Il lavoro più lungo e faticoso è stato organizzare tutte le cose e decidere cosa portare e cosa no.
Durante la ricerca di informazioni abbiamo anche cercato di capire i costi e le modalità di spedizioni di container e/o scatole dalla Repubblica Dominicana alla Spagna. Per le nostre esigenze (non avevamo pressochè mobili o oggetti particolari) abbiamo preferito non spedire niente ma viaggiare solo con le valigie più un bagaglio tecnico con il materiale da lavoro di Gianluca.
Abbiamo dovuto quindi condensare tutto in 5 valigie da stiva e 3 bagagli a mano.

Nel corso delle settimane abbiamo dovuto passare in rassegna tuuuuuuuuutto ciò che possedevamo decidendo cosa tenere e portare, cosa vendere, cosa regalare e cosa buttare. Un lavoraccio, ve lo assicuro. Noi per comodità abbiamo messo nelle valigie le cose da portare già qualche settimana prima della partenza, lasciando fuori alcuni vestiti più vecchi da usare nell’ultimo periodo e poi buttare.
Quello che più era in buone condizioni abbiamo cercato di venderlo. Qui si usano tanto i gruppi facebook di vendita e scambio di oggetti e vestiti. noi cosi siamo riusciti a vendere le cose più “grosse”: giochi da giardino, lettino, passeggino, seggiolini auto, accessori da cucina etc. E il week end prima di partire abbiamo organizzato un garage sale per tutti i vestiti (soprattutto delle bimbe) e i giochi che non saremmo riusciti a portare. L’invenduto l’abbiamo poi dato in beneficenza.

Lavoro
Ci siamo mossi anche per quanto riguarda la ricerca del lavoro, anche se da così lontano è molto difficile. Soprattutto per Gianluca (io qualcosa mi inventerò appena sistemo Priscilla a scuola..). Abbiamo cercato tutti i diving center della zona, preparato, tradotto e sistemato curriculum e lettera di presentazione. E un paio di settimane prima della partenza Gianlu ha inviato i curricola via mail. Qualche risposta c’è stata e così appena arrivati ci siamo dati da fare per ricontattarli e fissare degli incontri conoscitivi. E… dita incrociate per noi! 😉 Ovviamente sta mandando anche CV per lavori non inerenti al diving. L’importante è iniziare da qualche parte, poi pian piano si può modificare e migliorare.
Scuola
Ovviamente la scuola per Priscilla è un punto fondamentale. Mi sono guardata una marea di siti web e pagine facebook delle varie scuole pubbliche, bilingue o internazionali per vederne le differenze, valutare verso dove orientarsi e fare una prima scrematura. Ho mandato poi alcune mail per capire la disponibilità e iniziare a prendere contatti con alcuni istituti. Dicembre è stato dedicato, oltre che alla ricerca della casa, anche a visitare alcune delle scuole scelte per poi decidere e iscrivere Priscilla da gennaio. Delle scuole ve ne parlerò nello specifico appena avremo esperienza diretta. 😉

Oggi è un mese da quando siamo arrivati a Malaga e, anche se siamo ancora un po’ provvisori, iniziamo a capire un po’ come funziona, a orientarci (noi eravamo abituati ad un piccolo paesino, qui è decisamente diverso 😉 ) e a trovare i nostri nuovi punti di riferimento.
Presto vi racconto qualcosa anche di qui, promesso 🙂
Vi invidio ….anche io avevo il sogno di andare fuori….mi attirava tanto l Australia ma mio marito non ha ceduto …adesso siamo andati in pensione …e ho riproposto l uscita ma non riesco a convincerlo
io ci ho messo quasi 10 anni a convincerlo! 😉
L’australia ispirava anche noi, ma era troppo difficile per noi come visti e lontanissimissima!!
In bocca al lupo per il tuo sogno 🙂